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martedì 19 gennaio 2021

L'Ue congela 80 milioni per l'Etiopia: aprite il Tigrai alle agenzie umanitarie

 fonte Avvenire.it

La Ue sospenderà 88 milioni di euro di aiuti all’Etiopia finché non sarà consentito il libero accesso al Tigrai alle organizzazioni umanitarie. Lo ha dichiarato venerdì il responsabile diplomatico dell’Unione Josep Borrell. Che aggiunge di non ritenere più il conflitto iniziato due mesi e mezzo fa tra governo federale e governo regionale del Tplf oggi deposto un’operazione interna per ristabilire legge ed ordine, «mentre riceviamo – ha dichiarato – rapporti accurati di violenze etniche, omicidi, saccheggi massa, stupri, rimpatri forzati di rifugiati e possibili crimini di guerra».


  Borrell accusa inoltre l’Eritrea di essere coinvolta con le proprie truppe nel conflitto – oscurato da subito con un blackout comunicativo e telefonico – trasformandolo in guerra regionale. Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i diritti umani, ribadisce da Ginevra la preoccupazione per la sorte dei rifugiati eritrei che sarebbero stati in buona parte rimpatriati a forza dalle truppe asmarine da due campi semidistrutti a cui le Nazioni unite non han- no potuto ancora accedere.

«Ci sono indicazioni di concrete violazioni del diritto internazionale», ha dichiarato. Il dramma umanitario della regione settentrionale etiopica è testimoniato anche da una lettera datata 5 gennaio in cui il vescovo cattolico di Adigrat, Tesfaselassie Medhine, chiede di far entrare urgentemente gli aiuti perché alla popolazione serve tutto. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) ha stimato in 2,2 milioni gli sfollati. Gli aiuti sono fermi, sostengono gli operatori impegnati sul campo, perché in molte zone si combatte e i camion vengono saccheggiati.

Nonostante il clima pesante per il premier Abiy, Nobel per la pace nel 2019, che vede crescere anche la tensione ai confini col Sudan con 5 donne uccise da milizie etiopi nella piana contesa di al Fashqa, la posizione di Addis Abeba non cambia e viene ribadita dall’ambasciatrice d’Etiopia in Italia Zenebu Tadesse, contattata dopo la notizia della strage di 750 cristiani ad Axum che sarebbe avvenuta il 15 dicembre nell’area sacra in cui è ospitata l’Arca dell’alleanza.

Notizia che la diplomatica smentisce accusando, invece, il fronte di liberazione tigrino, che ha governato l’Etiopia dal 1981 al 2018, di diffondere fake news. «Questa – dichiara – è una guerra di propaganda che la cricca del Tplf sta conducendo con molte informazioni false diffuse dai suoi membri che vivono in diverse parti del mondo. Anche i profughi tigrini in Sudan sono stati infiltrati. Mentre c’è un’evidenza: è il Tplf che ha distrutto le infrastrutture della regione e poi ha accusato il governo dell’Etiopia di aver oscurato la comunicazione».

Respinte anche le accuse sui crimini di guerra: « Il Tplf ha attaccato civili, donne e bambini e ha accusato le forze nazionali di difesa di distruggere chiese e moschee. Ci sono prove che stiano usando le chiese come magazzini per gli armamenti e uccidendo i preti che si rifiutano di collaborare. Le forze di difesa nazionale e le milizie Amhara vogliono invece proteggere civili, siti religiosi e storici. Come la cattedrale di nostra Signora di Sion, uno dei cardini della chiesa ortodossa etiope e della nostra identità nazionale». Si combatte? Per l’ambasciatrice «l’operazione per rafforzare il diritto e l’ordine è stata portata a termine dal governo federale, ma in alcuni villaggi si spara perché si stanno cercando di catturare e assicurare alla giustizia i membri della giunta criminale nascosti in gallerie e caverne. La maggior parte di loro è stata catturata o uccisa».

Anche sulla questione umanitaria «il governo federale ha preso molte misure. La prima era la firma del memorandum d’Intesa tra il ministro della Pace e le agenzie dell’Onu, le Ong internazionali e nazionali, partner umanitari come Medici Senza Frontiere e Save the Children. Abbiamo raggiunto e distribuito cibo e altri e generi di prima necessità a un milione e 800mila persone che saranno implementati in breve tempo. Confermiamo la nostra disponibilità ad accogliere i rifugiati e a proteggerli. Stiamo indagando su cosa sia successo nei campi». Aumentano però le testimonianze sui fatti di Axum raccolte dalla diaspora tigrina. Una in particolare accusa le brigate eritree dei Beni Amer, tribù islamica, che avrebbero saccheggiato la città e ucciso i fedeli davanti alla cattedrale.

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