fonte: AVVENIRE.IT
Il fumo nero degli esplosivi alla periferia di Macallè - .
Macallè sotto le bombe. Le immagini mostrano il terzo attacco aereo condotto questa settimana sul capoluogo del Tigrai. L'Etiopia ha confermato i raid. Lo Stato regionale è da quasi un anno in guerra civile con Addis Abeba. Secondo il governo centrale, guidato dal Nobel per la pace 2019 Abiy Ahmed , l'ultimo attacco condotto nella mattinata de 21 ottobre è stato mirato contro un centro "attualmente utilizzato per l'addestramento militare del Tplf", il partito al potere nel Tigrai.
Tra le rovine si un complesso devastato dalle bombe - .
Il portavoce del Tplf, Getachew Reda, ha riferito all'Afp che le unità di difesa aerea tigrine sono impegnate a "sventare la sua missione". Lunedì l'aeronautica militare del governo federale ha lanciato due attacchi aerei contro Macallè e l'Onu ha denunciato l'uccisione di tre bambini e il ferimento di altre persone. Colpita anche l'area industriale di Mesfin pesantemente danneggiata e con un numero imprecisato di feriti.
Le fiamme dopo le esplosioni vicino al centro della capitale tigrina - .
Ieri c'è stato un raid anche sulla città di Agbe - che sorge circa 80 chilometri a ovest della capitale tigrina - e un funzionario ospedaliero ha detto all'Afp che sono state ferite otto persone, tra le quali una donna incinta. La comunità internazionale ha lanciato l'allarme per questi ultimi raid e continua a chiedere insistentemente il cessate il fuoco. La replica di Abiy è la stessa da 11 mesi: si tratta di una questione interna. Secondo gli osservatori, l'attacco dell'aviazione etiope sarebbe una reazione al fallimento della controffensiva di terra sferrata dai federali e dall'esercito alleato eritreo contro le truppe tigrine che hanno occupato parte delle regioni Afar e Amhara.
Soccorsi ai civili tigrini feriti dalle bombe dei caccia etiopi - .
Secondo l'Unhcr/Acnur Circa sette milioni hanno bisogno di assistenza alimentare nel nord dell'Etiopia. Cinque milioni solo in Tigrai, dove 400.mila persone stanno affrontando una carestia.
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