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sabato 5 giugno 2021

L'Onu: "Fame e stupri usati come armi di guerra nel Tigray. A rischio centinaia di migliaia di persone

 fonte Repubblica.it

"E' ora che la comunità internazionale si svegli. Imminente un disastro umanitario come nel 1984". Il sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari umanitari lancia l'allarme carestia, a 15 giorni dalle elezioni in Etiopia, e chiede ad Addis Abeba di far ritirare l'esercito eritreo

“Stanno iniziando a morire di fame. Si corre il rischio di una tragedia colossale come quella del 1984. Le conseguenze sarebbero devastanti”. L’appello del sottosegretario Onu Mark Lowcock per la situazione nella regione del Nord Etiopia, il Tigray, è un grido d’aiuto e un monito alla comunità internazionale, che va ad aggiungersi a una lunga lista di appelli purtroppo finora inascoltati. La voce dell'Onu si fa sentire quando in Etiopia mancano 15 giorni alle elezioni legislative e regionali. Il voto è già slittato due volte: l'anno scorso a causa della pandemia e il 5 giugno per problemi logistici.


Il conflitto nel Tigray è iniziato a novembre 2020. L’Etiopia del Nobel Abiy Ahmed e l’Eritrea di Isaias Afwerki hanno invaso la regione di circa 7 milioni di abitanti, in reazione alla provocazione del partito dominante Tplf, che era stato al comando del Paese per 15 anni, che aveva preso di mira un deposito di armi del governo federale a Makallé.

Dall’inizio dello scoppio degli scontri, sono stati uccisi migliaia di civili, centinaia di migliaia di persone sono sfollate internamente e 63 mila rifugiati sono fuggiti in Sudan. I numeri esatti di vittime e sfollati non si sanno perché non è consentito l’accesso né ai dati, né fisicamente al Tigray. Amnesty International, insieme ad altre organizzazioni, ha documentato molte violazioni dei diritti umani, tra cui crimini di guerra e “verosimilmente crimini contro l’umanità”. Inoltre, esistono numerose segnalazioni attendibili di donne e ragazze vittime di violenza sessuale. Denunciati inclusi stupri di gruppo da parte di soldati etiopi ed eritrei.

L’accesso umanitario alla regione è bloccato dai soldati etiopi ed eritrei. Questi ultimi, i maggiori responsabili di violenze, secondo l’Onu, sarebbero dovuti rientrare a casa, come promesso da diversi annunci del premier etiope.

“C’è il rischio che centinaia di migliaia di persone muoiano di fame”, ha detto ieri Lowcock in un lungo report sulla situazione nel Corno d’Africa.

L’economia della regione è stata distrutta insieme a raccoltie fattorie. Non c’è più niente. Le banche sono chiuse e i sistemi di telecomunicazione interrotti. “Il mondo si deve svegliare. La comunità internazionale deve intervenire, anche con i soldi. Questa potrebbe essere la peggiore carestia nella storia dell’ultimo decennio.”

Le agenzie umanitarie non riescono a raggiungere le persone in difficoltà. L’Onu e il governo etiope sono riusciti a portare aiuto a due milioni di tigrini nelle zone controllate da Addis Abeba. Impossibile arrivare dove comandano gli eritrei, la cui presenza è stata negata per mesi, e le milizie. “Asmara si deve ritirare per evitare una catastrofe”.

Abiy Ahmed l’aveva promesso tempo fa e lo ha ribadito due giorni fa attraverso la sua portavoce. Non è ancora successo. A poco sembrerebbe sia servito il viaggio in Etiopia dell’inviato speciale Usa Jeffrey Feltman un mese fa..

“L'uso della fame come strumento di punizione generalizzato per spezzare ogni forma di resistenza, sta minacciando oltre 5 milioni di civili innocenti, compresi anche 100mila rifugiati eritrei che si trovano nella regione. E' urgente convincere la comunità internazionale che intervenga per fermare i massacri e le violenze sotto ogni forma", ha detto due giorni fa don Mussie Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia.

Il mese scorso tre militari etiopi sono stati condannati per stupro e uno per l'omicidio di un civile nella regione del Tigray. Lo ha annunciato in una nota il portavoce dell'ufficio del procuratore generale, Awol Sultan, aggiungendo che altri 28 militari sono andati a processo per l'omicidio di civili e 25 per atti di violenza sessuale e stupro.

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